Procede la marcia del Governo verso la riforma del Catasto: l’accordo tra le forze politiche sembra più vicino. Facciamo ora il punto della situazione.
L’accordo sulla delega fiscale
Sembra sia stato raggiunto un accordo sulla legge di delega fiscale mediante la quale il Parlamento attribuirà al Governo i poteri per apportare interventi sul sistema fiscale italiano. Il governo attualmente è al lavoro per ottenere una convergenza politica che, in un primo momento, si era rotta sulla riforma del catasto.
Nonostante il centrodestra, infatti, da mesi manifesti la propria ferma opposizione sui nuovi criteri di mappatura degli immobili, l’accordo tra le forze politiche sembra ora raggiunto con “un’intesa con Palazzo Chigi per rivedere gli articoli 2 e 6 della delega fiscale”.
“Nell’accordo viene eliminato ogni riferimento al sistema duale, preservando i regimi cedolari esistenti e garantendo un’armonizzazione del sistema fiscale: nessun incremento di tassazione potrà quindi colpire i risparmi o la casa degli italiani”, è spiegato in una nota.
La riforma del catasto: cosa cambia
Oggetto della contesa era ed è l’articolo 6 della delega fiscale in discussione.
L’articolo prevede, infatti, “una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale, al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati”. Al fine di “intervenire sugli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita; sui terreni edificabili accatastati come agricoli; sugli immobili abusivi.”
Ma l’elemento di maggior contrasto era il nodo relativo all’adeguamento dei valori degli immobili a quelli di mercato, nonostante si siano sempre escluso – almeno a parole – qualsiasi aumento delle imposte.
L’accordo raggiunto sul catasto
L’accordo raggiunto tra le forze politiche sembra aver eliminato ogni precedente riferimento ai valori patrimoniali degli immobili, consentendo l’aggiornamento delle rendite secondo la normativa attualmente in vigore e senza alcuna innovazione di carattere patrimoniale.
L’aggiornamento del catasto (la cui ultima revisione risale agli anni 1988-1989) avverrà progressivamente e senza cambiamenti rispetto ai criteri attuali del sistema reddituale (ossia dei valori catastali). Viene esclusa anche la possibilità di nuove tasse sulla casa.
Rimangono inalterate le previsioni volte all’individuazione di tutte quelle “case fantasma”: in particolare, si sperimentano nuove istanze di semplificazione e nuovi strumenti per l’efficacia dei controlli sul territorio da parte degli enti locali.
Gli stessi enti locali saranno incentivati a rendere effettiva la riforma atteso che il maggior gettito scovato dall’evasione potrà essere utilizzato per abbattere il prelievo sugli immobili regolari dello stesso comune.
I prossimi sviluppi
L’arrivo del testo della legge in Aula alla Camera, inizialmente previsto per il 9 maggio 2022, è stato rinviato per espressa richiesta del Governo che ha bisogno di più tempo. Nel frattempo, il disegno di legge approvato dal Governo il 5 ottobre 2021 resta ancora bloccato.
Occorrerà aspettare di vedere approdare in aula il nuovo testo della delega. Dopo l’eventuale approvazione del testo il Governo dovrà adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per dare attuazione alle indicazioni legislative.
La riforma del catasto e il PNRR
La riforma si inserisce tra le azioni chiave individuate nel PNRR per superare le debolezze strutturali nazionali e, per questo, costituisce elemento fondamentale della ripresa economica che si intende innescare anche grazie alle risorse europee (di cui una rilevante tranche di 21 miliardi è da poco stata erogata in favore dell’Italia).
La riforma del catasto, infatti, rappresenta una delle azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese.
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