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Superbonus: 20mila condomini in ritardo

Il governo continua a fare i conti con i numeri del Superbonus. Stando agli ultimi dati disponibili, al 31 agosto 2023 erano in corso 425.351 interventi edilizi incentivati, per circa 85 miliardi di investimenti ammessi a detrazione (saliti a 88 a settembre secondo i dati Enea). Ma i conti non sempre tornano, e ora bisognerà trovare una soluzione ai 20mila interventi che risultano in ritardo nei condomini italiani richiedenti il Superbonus.



Condomini e Superbonus: 20mila in ritardo

Ben 12 miliardi di euro sarebbero a rischio per 20mila interventi su condomini che dovranno essere completati entro l’anno per l’ottenimento del Superbonus 110%. Un cerino finito nelle mani del governo, che ora rischia di far deflagrare il caos, con danni sull’economia e sulle imprese che effettuano i lavori edilizi.


Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, si è limitato a un aleatorio “vediamo cosa possiamo fare”. Comunque vada, la coperta del bilancio pubblico è sempre più corta, da qualsiasi parte la si tiri.


Superbonus e lavori in condominio in ritardo: cosa accadrà?

I conti a Palazzo Chigi non tornano. Il problema più urgente ora riguarda i condomini tenuti a finire i lavori entro dicembre 2023. A fine settembre mancava all’appello “fine lavori” il 74,7% dei cantieri. Mancano circa 12 miliardi di lavori per 20mila condomini. Se il governo non riuscisse a concedere una proroga, e la fine dei lavori slittasse al 2024, la detrazione a beneficio dei condomini scenderebbe dal 110% al 70%. Ai condomini graverebbe il costo della differenza che sarà andata persa. Significa rischio caos, con opere interrotte e incompiute, e aule di tribunali già sotto stress, ingolfate di ricorsi e cause legali.


Il problema è che l’eventuale proroga andrebbe ancora a pesare sui conti pubblici. Per risolvere la grana dei lavori in ritardo, l’esecutivo dovrà valutare attentamente, senza contare che nel frattempo bisognerà badare alla spesa pubblica per le detrazioni del Superbonus maturate sugli importi del 2022. Il rischio è che non ci sia copertura e compensazione per i crediti in scadenza quest’anno, che oltretutto sarebbe solo la prima delle quattro annualità da coprire. Cosa accadrà a chi ha già speso soldi e detiene i crediti da riscuotere? Cosa farà il governo per i cittadini che rischiano di perdere i crediti già investiti? Si sta pensando a una soluzione per scaricare tutto su quest’anno, con ulteriori costi incalcolabili.


Quanto costa il Superbonus

Il Superbonus ha sicuramente portato benefici all’economia, mettendo in moto cantieri e adeguando gli edifici ai nuovi standard ecosostenibili. Ma nel frattempo ha inevitabilmente indebitato le casse dello Stato.


Secondo le stime, nel 2024 l’indebitamento netto crescerà di almeno 0,3 punti di Pil (Prodotto interno lordo). Vale a dire che costa lo 0,3% dell’intera produzione nazionale, in un Paese dove il debito pubblico continua a ingigantirsi. Questa crescita dell’indebitamento dovrebbe continuare fino al 2026.

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