Il contratto tra condominio e amministratore è un mandato a termine, in base al quale il professionista nominato come amministratore ha tutta una serie di doveri da adempiere.
Questi sono stabiliti dalla legge e, qualora non vengano rispettati, l’assemblea condominiale può togliere il mandato all’amministratore inadempiente e nominarne un altro.
I condomini possono avanzare all’amministratore delle richieste che rientrino nell’ambito dei suoi compiti, mentre non possono chiedere altre cose che esulino dai suoi doveri. Vediamo quali sono i compiti dell’amministratore, cosa gli si può chiedere e cosa no.
Quali sono i doveri e i compiti dell’amministratore
In base al Codice Civile l’amministratore di condominio deve:
far rispettare il regolamento e intervenire in caso di sua violazione;
redigere il bilancio consuntivo e preventivo;
convocare l’assemblea condominiale (ordinaria annuale per l’approvazione del bilancio e straordinaria in caso di necessità);
eseguire le deliberazioni assembleari;
aprire e gestire un conto corrente condominiale su cui versare le quote o da cui prelevare le somme per le spese necessarie alla gestione delle parti comuni;
riscuotere le quote delle spese condominiali ed eventualmente agire legalmente nei confronti dei condomini inadempienti;
pagare bollette, fornitori e adempimenti fiscali;
provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio;
gestire e aggiornare i registri dell’anagrafe condominiale, della contabilità, dei verbali assembleari e delle nomine e revoche;
rappresentare il condominio in qualunque sede e contesto;
aprire un sito Internet contenente tutti i documenti relativi al condominio e a cui poter accedere con credenziali personali, se l’assemblea ne delibera l’istituzione.
Cosa possono chiedere all’amministratore i condomini
Vi sono delle richieste legittime che i condomini possono avanzare nei confronti dell’amministratore. Possono chiedere di:
prendere visione (ed eventualmente farne una copia) della documentazione condominiale, come il regolamento, il bilancio, la situazione dei pagamenti, gli estratti conto, i registri;
visionare la documentazione relativa a eventuali azioni giudiziarie contro uno o più condomini o contro terzi;
impegnarsi a far rispettare il regolamento, qualora egli non lo faccia come gli impone la legge;
convocare un’assemblea a determinate condizioni, ossia qualora la richiesta venga fatta da almeno due condomini che rappresentino un sesto del valore dell’edificio.
Ciò che, invece, non si può chiedere in alcun modo all’amministratore è di risolvere le liti e i conflitti tra i condomini: dal momento che si tratta di problemi tra privati, l’amministratore non ha alcuna competenza in merito, dovendosi occupare esclusivamente della cosa comune.
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